La Biblioteca Comunale di Tivoli si costituisce alla fine del XVIII secolo per volontà di Nicola Felice Bischi, colto ed ambizioso esponente di una famiglia nobile senese, stabilitasi nella città intorno alla metà del Settecento. La stretta parentela con il Pontefice Clemente XIV consente infatti al Bischi di acquisire, durante il suo capomiliziato, due importanti biblioteche gesuitiche romane, quella della Casa del Noviziato di S. Andrea al Quirinale e la raccolta privata del Preposito Generale dei Gesuiti Paolo Oliva, che si erano rese disponibili in seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù.
Il Bischi unisce alle due raccolte la sua biblioteca personale di testi giuridici e la Biblioteca del "Collegio" dei Gesuiti di Tivoli . Quindi il 21 novembre 1773, con un atto di donazione, affida l'intero patrimonio alla tutela del Comune di Tivoli. Nello stesso rogito, redatto dal Notaio Vincenzo Morgna, vengono dettate le condizioni di conservazione e di uso della nuova raccolta.
Difficoltà interne al municipio ed alcune irregolarità nell'atto di donazione riguardo al fondo Bischi, rilevate nel corso di una Sacra Visita dalla Camera Apostolica, non permettono l'immediato funzionamento della nuova struttura e solo nel 1796 la biblioteca viene aperta al pubblico ed è formalmente istituita la figura del bibliotecario comunale. Il primo a ricevere questo incarico è un abate della Compagnia di Gesù, l'orvietano Ascanio Saracinelli, che sarà coadiuvato nell'ordinamento del patrimonio librario dall'avvocato e storico tiburtino Sante Viola. Tuttavia un efficiente apparato di conduzione si concretizza soprattutto sotto la dominazione francese nei primi decenni dell'Ottocento.
Nel corso del XIX secolo i locali che la ospitano, all'interno del "Collegio"dei Gesuiti, vengono ristrutturati ed ampliati, perché ormai insufficienti a contenerla: molte infatti sono le raccolte librarie acquisite negli anni 1874-1877 dalle comunità conventuali, in seguito ad una nuova generalizzata soppressione delle corporazioni religiose, dopo l'annessione dello Stato Pontificio al resto della penisola. Tra queste vi è anche la biblioteca del convento dei Minori Osservanti, la cosiddetta "Libraria di S. Maria Maggiore" che, ricevendo qualche contributo dal Municipio, forniva servizio al pubblico fin dagli inizi del XVII secolo.
Nel 1899 la Biblioteca Comunale viene temporaneamente collocata nel Convitto Nazionale appena inaugurato. In tale occasione il Consiglio Comunale nomina una Commissione di Vigilanza e redige il suo primo Regolamento, corredato di un eccellente apparato normativo per il funzionamento e per l'uso della struttura.
Dai primi del Novecento, raggiunta ormai una considerevole consistenza, la Biblioteca fornisce regolarmente i suoi servizi di consultazione e prestito alla cittadinanza di Tivoli e dei paesi limitrofi. Intorno al 1930 inizia, per mano del bibliotecario Tullio Lolli, una prima sommaria catalogazione della raccolta libraria ed una utilissima registrazione delle opere di pregio, tra le quali, già all'epoca risultano presenti incunaboli, cinquecentine, manoscritti musicali di canto gregoriano finemente miniati e stampe.
Nel corso dei successivi vent'anni viene realizzato il primo catalogo topografico dell'intero patrimonio librario, nel quale sono descritti circa 30000 documenti, tra i quali vanno doverosamente menzionati gli 85 incunaboli e le oltre 2300 edizioni del XVI secolo tuttora presenti nel fondo. In questo periodo sono acquisiti dalla biblioteca tiburtina anche alcuni importanti archivi storici locali, quali l'Archivio dell'Ospedale S. Giovanni Evangelista e l'Archivio del convento dei Minori Osservanti di S. Maria Maggiore.
L'attività della biblioteca si interrompe bruscamente nel 1944. L'edificio che l'aveva ospitata fino a quel momento, la Chiesa del Gesù, viene raso al suolo da un bombardamento alleato contro le ultime postazioni dell'occupazione tedesca. Decine di volontari si adoperano per il recupero dei volumi sepolti sotto le macerie. Il patrimonio librario, salvato quasi per intero, viene quindi depositato in un'ala della Villa d'Este, la cosiddetta "manica lunga", dove rimane per oltre trent'anni.
Nel 1987, dopo lo scorporo di tutte le opere edite dopo l'anno 1900 (effettuato nel 1978 per la loro collocazione nella nuova Biblioteca Comunale di fondo Moderno), il fondo librario è trasferito presso la sede dell'Archivio Storico Comunale, dove si trova tuttora, in attesa della assai più consona collocazione nel Palazzo Coccanari-Fornari. Grazie ai finanziamenti concessi dalla Regione Lazio per l'anno 2001 e all'impegno finanziario messo a disposizione dal Comune di Tivoli, si sta procedendo al completamento del restauro del palazzetto che consentirà finalmente la fruizione sia del Fondo Antico [1], che riceverà la sua legittima valorizzazione, sia del Fondo Moderno [2].
A cura della Dott.ssa Simonetta Riccio